Castello di Porcareccia

In questo articolo affronteremo il tema Castello di Porcareccia, che è stato oggetto di interesse e dibattito in diversi ambiti. Castello di Porcareccia ha catturato l'attenzione degli esperti e del grande pubblico grazie alla sua rilevanza e al suo impatto nella società odierna. Nel corso della storia, Castello di Porcareccia ha svolto un ruolo fondamentale in diversi aspetti, sia sociali, culturali, tecnologici, politici, economici, tra gli altri. In questo articolo esploreremo le varie dimensioni e prospettive legate a Castello di Porcareccia, con l'obiettivo di fornire una visione completa e arricchente su questo argomento.
Castello di Porcareccia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Indirizzozona Casalotti
Coordinate41°55′36.4″N 12°21′58.54″E / 41.926779°N 12.36626°E41.926779; 12.36626
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Realizzazione
Proprietariofamiglia Giovenale

Il castello di Porcareccia è un piccolo agglomerato di case risalenti al tardo Cinquecento, situato a Roma in zona Casalotti. L'antico castello, costruito su uno sperone roccioso e che in passato aveva una torre di avvistamento ora scomparsa, prende il nome da "porcaritia", luogo di allevamento di maiali e cinghiali.

La presenza di un castello in questa località è noto fin dal 1002 (da una lapide conservata nella chiesa di Santa Lucia della Tinta), anno in cui la tenuta della Porcareccia viene affidata ai monaci di Monte Brianzo, nel rione Ponte.
Un atto di papa Celestino III del 1192 riferisce dell'affidamento del fondo agricolo ai canonici di via delle Botteghe Oscure.
Infine, con un terzo atto di papa Innocenzo III (inizio del XIII secolo), il possedimento passa all'Ordine ospedaliero di Santo Spirito.

Quando la Porcareccia divenne di proprietà dell'Ordine di Santo Spirito, fu intensificato l'allevamento dei maiali, che venivano utilizzati per i poveri e gli ammalati di cui l'Ordine si prendeva cura.
Un'ordinanza di papa Urbano V del 1362 concedeva libertà di pascolo agli animali e comminava pene severe a chi ne impediva il passaggio, anticipato dal suono di campanelle appese alle orecchie degli animali; tale legge fu ribadita da papa Sisto IV nel 1481.
Dal XVI secolo in poi il castello passò in mano a famiglie private, i Massimo, i Borghese, i Salviati, i Lancellotti.

Fu l'Ordine a ristrutturare l'antico casale ed a trasformarlo in castello: vi edificò al suo interno, nel 1693, la chiesa di Santa Maria.

Dal 1932 ciò che resta del castello è di proprietà della famiglia Giovenale.

Collegamenti esterni